mercoledì 20 gennaio 2016

20 Gennaio - Madonna del Miracolo

La felicità della modestia, della purezza e dell’ammirazione

Immagine della Madonna del Miracolo
che si venera nella Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte (Roma)

Il quadro della Madonna del Miracolo ha la fronte cinta da una corona e da un’aureola di 12 stelle. La fisionomia è discretamente sorridente, con lo sguardo rivolto verso chi è inginocchiato dinanzi a Lei. È molto affabile, ma allo stesso tempo molto regale. Dal portamento, dà l’impressione di esser alta, snella senza essere magra, molto ben proporzionata e con qualcosa di imponderabile quanto alla consapevolezza della propria dignità. Si ha l’impressione che si tratti di una regina, molto meno per la corona che per il Suo insieme, per l’unione della grandezza alla misericordia.


L'anima che la contempla tende a sentirsi pacificata, serena, tranquilla come chi sente placate le proprie tumultuose passioni. A mio avviso l’elemento più toccante di questa immagine è questo aspetto rasserenante. Come se Lei dicesse: Figlio mio, Io sistemo tutto, non tormentarti, sono qui che ti ascolto in tutto ciò di cui hai bisogno; posso tutto, e il mio desiderio è darti tutto. Quindi, non dubitare, aspetta ancora un po’ e ti esaudirò con abbondanza. Io per te non ho riserve, non ho rifiuti, non ho nemmeno recriminazioni per i tuoi peccati. Mentre ti guardo, sono in uno stato d’anima e una disposizione di spirito per cui da Me otterrai tutto ciò che chiederai, e ancora di più".
Il dipinto ha una certa atmosfera di mistero, ma di un mistero soave e diafano. Sarebbe come il mistero di un giorno col cielo molto azzurro, in cui ci si domanda cosa può esserci al di là dell’azzurro. Ma non è un mistero pesante; è un mistero che si trova al di là dell’azzurro e non dietro alle nuvole. Un mistero che sembra dire così: “Se tu conoscessi il dono che proviene da Dio, se sapessi quante cose Io ho da darti e quali meraviglie ci sono in Me, allora davvero saresti in grado di capire. Io le conosco queste meraviglie e trasbordo dal desiderio di dartele. Come capiresti bene chi sono Io, se tu volessi aprire gli occhi a queste meraviglie!”.

Quindi, questo serenità che Lei comunica è come un primo passo per chi volesse lasciarsi meravigliare in modo che, ricevendo questa misteriosa azione di grazia, iniziasse ad ammirare e a interrogarsi che cosa c'è in Lei, cosa esprime, cosa dice.

Il 20 Gennaio del 1842 dinanzi a quest’altare
accadde la miracolosa conversione al cattolicesimo 
dell’ebreo Alfonso Ratisbonne

Si noti l’impressione di purezza che il quadro trasmette. Comunica qualcosa del piacere di essere puro, facendo capire che la felicità non si trova nell’impurità, al contrario di ciò che molta gente pensa. È propriamente il contrario. Possedendo veramente la purezza, si capisce l’ineffabile felicità che essa elargisce, paragonata alla quale tutta la pseudo felicità dell’impurità è una spazzatura, un tormento e un'afflizione.

Si osservi pure l’umiltà. La Madonna manifesta un atteggiamento da regina, facendo tuttavia astrazione di ogni superiorità verso colui che sta pregando davanti a Lei. Lo tratta come se ci fosse una proporzione con Lei, quando in effetti nessuno di noi ha questa proporzione, nemmeno i santi. Ma se apparisse Nostro Signore Gesù Cristo, si inginocchierebbe per adorare Colui che Le è infinitamente superiore.

Dunque, gode la felicità ineffabile della modestia e della purezza. Dinanzi a un mondo che il demonio trascina verso il male, per il piacere dell'impurità e dell’orgoglio, la Madonna del Miracolo ci comunica questo piacere della purezza e dell'umiltà. 
È un chiamare a sé con molta soavità, senza rimproveri né lagnanze, come chi dice: "Figlio mio, ti ricordi dei primi tempi della tua innocenza? Non ti ricordi come eri prima di aver peccato? Non ti ricordi quelle cose buone che c'erano in te? Ebbene, Io ti faccio questa offerta: te le restauro! Apriti a Me, guardaMi. Io te lo offro. Vieni! Nel cammino che conduce a Me esiste solo il perdono, la bontà e l'attrazione. Vieni presto!”.
A questo punto non ci risulta difficile stabilire un rapporto tra questi tratti e la Contro-Rivoluzione, presentata qui non dall’aspetto militante della Madonna mentre calpesta la testa del serpente, ma dal suo aspetto materno, mentre cerca di strappare – con il sorriso – dalle grinfie della Rivoluzione coloro che essa opprime e, in questo modo, svolge una nobilissima opera di Contro-Rivoluzione.

È o non è vero che lo spirito che si lascia impressionare ed influenzare da questa immagine, diventa profondamente favorevole all’ammirazione? Diventa  profondamente propizio ad ammirare la gerarchia delle cose elevate al di sopra di lui, sommamente propizio – per la sua stessa dignità – a volere che tutte le cose al di sotto di lui siano pure gerarchiche? Sotto questo punto di vista, senza voler dire che questa immagine della Madonna della Contro-Rivoluzione – perché sarebbe forzare la nota – potremmo dire pertanto che, per coloro che lottano per la Contro-Rivoluzione, il quadro è di un'altissima espressione riguardo ad uno degli aspetti della Madonna: la sua permanente Contro-Rivoluzione, sino alla fine del mondo.

Questi sarebbero un po’ i commenti nello stile della nostra sezione giornalistica “Ambienti, Costumi, Civiltà”, fatti a partire da un'Immagine. Con quale vantaggio per le nostre anime? Non lo so. Forse per lo meno quello di spiegare ai più giovani come analizzare un'immagine, che cosa cercare quando la si ammira, qual è il buon effetto che può produrre in noi e lo stato d’animo che -per il semplice fatto di esistere - può comunicare alle nostre anime.

Plinio Corrêa de Oliveira – 20 Gennaio 1976


Poco distante dalla famosa Piazza di Spagna a fianco della sede 
della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, 
si trova la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte. 
In questo santuario avvenne un fatto straordinario: 
la Madonna apparse ad un ricco ebreo, Alfonso Ratisbonne, 
che portava con sé, non propriamente per devozione, 
una Medaglia Miracolosa che lo aiutò a convertirsi a Cristo.
Nell’altare in cui la Santissima Vergine gli apparve, 
c’era un quadro di San Michele Arcangelo dominando il demonio. 
Sino ad oggi, lo si può vedere, ma in un altro posto della chiesa.
Fu in questo stesso altare dell’Apparizione che San Massimiliano Kolbe, 
morto eroicamente nel campo di concentramento nazista ad Auschwitz, 
celebrò la sua prima Messa il 29-4-1919.
Alfonso, in piedi, e suo fratello Teodoro 
fondarono la Congregazione Nostra Signora di Sion 
per la conversione degli ebrei

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