sabato 8 aprile 2017

Ammirare la Sua lucida, ferma e serena incompatibilità


Guardando la Sacra Sindone, mi colpisce la ripulsa e il rifiuto di ciò che Gli è vicino. Nostro Signore contempla Sé stesso, guarda il Padre Eterno, e sa che ai suoi piedi si trova Maria Santissima – cor unum et anima una.


Non vedo, invece, in quelle palpebre chiuse il minimo segno di compassione. Ho l’impressione che quelle palpebre si siano chiuse nella ripulsione e nell’orrore del peccato commesso dagli uomini.


Sul Sacro Volto si vedono i segni dei colpi ricevuti. I suoi capelli sono imbrattati e in disordine. Egli è stato maltrattato in ogni possibile modo. In quelle palpebre, però, si avverte chiaramente la Sua muta protesta, piena di dignità, di fronte a tutto ciò.

Egli aveva detto che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, splendeva come un giglio del campo (Mt. 6, 29). Ebbene, io avrei voglia di dire: “Chi era Salomone con tutta la sua gloria paragonato alla maestà di questo Re? Oh quanto sono poveri e piccoli i gigli del campo! Quanto è povero e piccolo lo stesso Salomone!”.

Oltre al rifiuto, scorgo in quelle palpebre chiuse un’incompatibilità totale con la morte, frutto del peccato, insieme alla ferma decisione di spalancare le porte della morte e varcarle vittorioso! Vedo qui la matrice dell’incompatibilità e dell’odio completo contro il male. È una lucida, ferma e serena incompatibilità con i suoi carnefici; un rigetto totale della benché minima condiscendenza con i suoi nemici; una posizione di totale orrore del peccato e di coloro che lo praticano.

Ecco lo stato d'animo che dobbiamo avere nei confronti della Rivoluzione.

Plinio Corrêa de Oliveira - 26 gennaio 1980








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