martedì 22 aprile 2008

Declino del potere di guida rivoluzionaria


Frutto e prova di questo declino: la III Rivoluzione si trasforma in rivoluzione sorridente.
La prova più evidente che la III Rivoluzione sta perdendo, negli ultimi venti o trent’anni, la sua capacità di creare e di guidare l’odio rivoluzionario, è costituita dalla metamorfosi che s’è imposta. […]
In campo internazionale la Rivoluzione è così passata successivamente dalla guerra fredda alla coesistenza pacifica, poi alla “caduta delle barriere ideologiche” e infine all’aperta collaborazione con le potenze capitaliste, chiamata, nel linguaggio propagandistico, Ostpolitik o détente.
All’interno dei diversi paesi occidentali la “politica della mano tesa” che, nell’era di Stalin, era stata un semplice artificio per sedurre piccole minoranze cattoliche di sinistra, si è trasformata in un’autentica “distensione” fra comunisti e filo-capitalisti, mezzo ideale usato dai rossi per instaurare rapporti cordiali e avvicinamenti ingannevoli con tutti i loro avversari, sia in campo spirituale, sia in quello temporale. Ne è derivata una serie di tattiche “amichevoli”, come quella dei compagni di strada, dell’eurocomunismo legalitario, affabile e prevenuto contro Mosca, del compromesso storico e così via. (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte III, Cap. II-B,c)

Gli ipocriti del Cio e i «negoziati silenziosi»

PECHINO - Il presidente del Cio, Jacques Rogge, ha rivelato di essere impegnato in «un negoziato silenzioso con la Cina sui diritti umani e sul Tibet». Lodevolissima iniziativa. Peccato che d' improvviso, il numero uno del movimento olimpico, smentisca sé stesso e persino l'inflessibile regime capital-comunista. Fino all' altro ieri ci avevano spiegato, sia il Cio sia la Cina, che i Giochi non possono essere caricati di significati politici: mettiamo Pechino 2008 al riparo da qualsiasi «inquinamento» extrasportivo. Evidentemente c'è stato, da parte del Comitato Olimpico, un ripensamento. Buon segno, meglio tardi che mai. Avviare un «negoziato silenzioso sui diritti umani e sul Tibet» è un atto politico molto importante. Vista la disinvoltura passata del Cio, viene però da chiedersi: è finita, una volta per tutte, la stagione delle ipocrisie? Il dubbio è legittimo. (Cavalera Fabio - Corriere della Sera, 25 marzo 2008)

Commenta il nostro collaboratore F. Campo

Oltre che all’ipocrisia dei Paesi occidentali, i quali, nonostante la evidente violazione dei diritti umani in Tibet e la conseguente feroce repressione che si sta in loco attuando da parte delle autorità cinese, non hanno posto in essere concrete misure nei confronti della Cina per far sì che questa cessi di reprimere la popolazione locale, si è assistita anche all’ipocrisia del Comitato Internazionale Olimpico, il quale, per bocca del suo presidente Jacques Rogge, dopo avere affermato che i giochi di Pechino 2008 non devono e non possono essere caricati di significati politici, all’indomani delle proteste poste in essere durante la cerimonia di accensione della fiaccola olimpica ha affermato che ora è impegnato in “un negoziato silenzioso con la Cina sui diritti umani e sul Tibet”. Già un negoziato “silenzioso”, al pari di quanto stanno facendo le altre potenze mondiali.
C’è da chiedersi: quando finirà la stagione delle infinite ipocrisie?

Un fatto illustrativo…

Huang Xiaomin, medaglia d’argento nelle Olimpiadi di Seul e oggi dissidente politico, ha scritto una lettera aperta agli atleti del mondo intero: "Vi prego, non gareggiate nelle Olimpiadi di Pechino; le medaglie sono intrise di sangue". (Chinaview, 22 sett. 2007)

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