martedì 17 giugno 2008

Chi osa negare la diversità delle classi sociali contraddice l'ordine stesso della natura

La ricercata concordia fra i popoli deve essere promossa sempre più fra le classi sociali.
Se ciò non avviene, possono di conseguenza risultarne odi e dissensi, come quelli che già vediamo; ne deriveranno perturbazioni, rivoluzioni ed a volte massacri, nonché la diminuzione progressiva della ricchezza e le crisi che colpiscono l'economia pubblica e privata. (...) Chi osa dunque negare la diversità delle classi sociali, contraddice l'ordine stesso della natura, e anche quelli che si oppongono a questa collaborazione amichevole e necessaria fra le classi cercano, senz'altro, di perturbare e dividere la società, a danno del bene pubblico e privato. (...) È vero che tutte le classi e tutte le categorie di cittadini possono difendere i propri diritti, purché lo facciano nella legalità e senza violenza, nel rispetto dei diritti altrui, inviolabili quanto i loro. Tutti sono fratelli; è dunque necessario che tutte le questioni si risolvano amichevolmente, con fraterna e mutua carità».

(Giovanni XXIII nell'Enciclica Ad Petri Cathedram - 29/6/1959)


Una società senza classi: pericolosa utopia

«Ho imparato che un giovane comincia pericolosamente ad invecchiare quando si lascia ingannare dal facile e comodo principio secondo cui 'il fine giustifica i mezzi', quando passa a credere che l'unica speranza per migliorare la società stia nel promuovere la lotta e l'odio tra i gruppi sociali, nell'utopia di una società senza classi, che si rivela ben presto nella creazione di nuove classi».

(Giovanni Paolo II, nell'omelia alla Messa per i giovani e studenti, a Belo Horizonte, Brasile 1/7/1980)

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