domenica 15 febbraio 2009

Testimonianza di un massone che servì la rivoluzione

Gli agenti della rivoluzione: la massoneria e le altre forze segrete.

Dal momento che stiamo studiando le forze propulsive della Rivoluzione, è opportuno dire una parola sui suoi agenti. Non crediamo che il semplice dinamismo delle passioni e degli errori degli uomini possa unire mezzi così diversi per il raggiungimento d’un unico fine, cioè la vittoria della Rivoluzione. Produrre un processo così coerente, così continuo, come quello della Rivoluzione, attraverso le mille vicissitudini di secoli interi, pieni d’imprevisti di ogni specie, ci sembra impossibile senza l’azione di successive generazioni di cospiratori, dotati di un’intelligenza e d’una potenza straordinarie. Pensare che la Rivoluzione sarebbe giunta allo stato in cui si trova senza tale azione equivale ad ammettere che centinaia di lettere dell’alfabeto gettate da una finestra possano disporsi spontaneamente al suolo, in modo da formare un’opera qualsiasi, per esempio l’Inno a Satana di Carducci.
Le forze propulsive della Rivoluzione sono state manovrate fino ad oggi da agenti astutissimi, che se ne sono serviti come di mezzi per realizzare il processo rivoluzionario. In modo generale si possono qualificare agenti della Rivoluzione tutte le sette, di qualunque natura, da essa generate dalla sua nascita fino a oggi, per la diffusione del pensiero o per l’articolazione delle trame rivoluzionarie. Però la setta madre, attorno alla quale si articolano tutte le altre come semplici forze ausiliarie — talora consapevolmente, talaltra inconsapevolmente — è la massoneria, come si rileva chiaramente dai documenti pontifici e specialmente dall’enciclica Humanum genus di Leone XIII, del 20 aprile 1884. (Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte I - Cap. VI, 6 - i grassetti sono nostri)


Testimonianza di un massone che servì la rivoluzione,
ma dopo abbandonò la “setta madre”


«Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto». A sentire queste parole del Vangelo, durante una Messa nella cripta sopra la grotta di Lourdes, Maurice Caillet rimase attonito. Erano le stesse che aveva sentito quindici anni prima, nel 1970, il giorno della sua iniziazione come Apprendista nella Loggia "Perfetta Unione" di Rennes, Grande Oriente di Francia, una delle più antiche Logge transalpine. Nel silenzio successivo, sentì una voce che gli chiedeva di offrire qualcosa in cambio del beneficio che andava cercando in quel luogo sacro. Pensò di dover offrire se stesso. «Mi ripresi in qualche modo – racconta Caillet nelle sue memorie – quando il sacerdote alzava l'Ostia, nella quale per la prima volta in vita mia riconobbi Gesù sotto le sembianze di un umile pezzo di pane. Era la Luce che avevo cercato invano nel corso di molteplici iniziazioni». Una specie di folgorazione. «Alla fine della Messa, seguii il sacerdote in sacrestia e, senza molti preamboli, gli chiesi il battesimo».

Caillet non era arrivato lì come pellegrino. Nato nel 1933 in una famiglia bretone anticlericale, era cresciuto nell'ostilità verso ogni cosa che sapesse anche vagamente di 'cattolico'. Laureatosi in medicina, specializzatosi in urologia e ginecologia, si era associato a Planned Parenthood, la lobby multinazionale abortista, impegnandosi nella promozione della contraccezione e – benché non fosse ancora legalizzata – nella pratica della sterilizzazione sia maschile che femminile.

Divorziato dalla prima moglie, nel fatidico maggio 1968 aveva bussato a Rue Cadet 16 a Parigi, sede del Grande Oriente di Francia, chiedendo l'ammissione alla Libera Muratoria. Richiesta, accettata, che lo avrebbe portato nel giro di non molti anni a salire la scala iniziatica: Apprendista, Compagno, Maestro, nel 1973 Vigilante di una nuova Loggia fondata a Rennes, un anno dopo Venerabile Maestro, quindi deputato al 'convento', l'assemblea nazionale del Grande Oriente. Infine l'iniziazione agli alti gradi del Rito Scozzese Antico e Accettato, sino al diciottesimo, quello di Cavaliere Rosa-Croce. Parallelamente, l'ascesa era stata anche professionale, grazie all'aiuto di innumerevoli "fratelli" sparsi nelle strutture sanitarie e amministrative locali: da specialista rinomato a direttore di un'altrettanto rinomata clinica privata, poi l'iscrizione al Partito Socialista e, con l'arrivo all'Eliseo di François Mitterrand nel 1981, la nomina in una commissione del ministero della Salute.

Nel mentre, Caillet si era anche distinto come primo medico a praticare aborti in Bretagna, dopo la depenalizzazione della cosiddetta 'interruzione di gravidanza' nel 1975, arrivando a polemizzare sulle pagine di Le Monde direttamente con l'illustre genetista Jerôme Lejeune. Un curriculum impeccabile, insomma. Fino a quella visita fatta a Lourdes, dove Caillet si era deciso a portare la compagna Claude, da mesi a letto per una malattia misteriosa, alla ricerca non di una "grazia", ma di un contatto con quelle forze telluriche che anche l'Iniziazione – René Guénon docet – riconosce attive in molti santuari e luoghi sacri. Forze banalmente interpretate dalla bêtise [stupidaggine] cattolica come influssi mariani. Se non che, mentre il Cavaliere Rosa-Croce sperava in un influsso benefico per Claude, cattolica non praticante ma con una fede mai del tutto sopita, lei dal freddo delle piscine in cui era immersa pregava per la conversione di Maurice. Ottenendo, alla fine, il vero miracolo.

Di questa vicenda e di come abbia sconvolto la sua vita, con l'abbandono traumatico della Massoneria, Caillet ha voluto parlare per esteso in un libro da poco uscito in Spagna, Yo fui masón (Libros Libres, pagine 188, euro 18), Sono stato massone. Trattasi di un racconto dall'interno – e per questo piuttosto raro – del mondo delle Logge e della vita nel Grande Oriente di Francia. Una descrizione dei riti iniziatici, una testimonianza oculare dell'odio anticattolico coltivato nel GOF e, non ultimo, dell'efficacia della Massoneria nel dettare la propria agenda politica. Racconta Caillet, fra i tanti episodi: «Dopo la sua elezione [a Presidente] nel mese di maggio [1974] Valery Giscard d'Estaing, oltre alla nomina di Jacques Chirac come primo ministro, prese come consigliere personale Jean Pierre Prouteau, Gran Maestro del Grande Oriente di Francia… al ministero della Salute collocò Simone Veil, giurista, già deportata ad Auschwitz, che aveva come consigliere il già citato [e massone] Pierre Simon, con cui tenevo una corrispondenza. I politici erano già rodati… e il progetto di legge sull'aborto venne elaborato rapidamente».

Infine il ricordo, drammatico, di come la solidarietà massonica possa tramutarsi in un'implacabile tagliola per gli apostati: dal mobbing che costrinse sia Caillet che la compagna (poi, dopo lunghe traversie, sposata in Chiesa) alle dimissioni dal proprio posto di lavoro, con l'impossibilità di reinserirsi nella sanità pubblica, alle minacce di morte fatte pervenire da ex-"fratelli". Un quadro che, come spiega l'autore in un'intervista concessa a una radio cattolica, porta inevitabilmente a chiedersi: «Dopo la legge del 1905 sulla separazione della Chiesa dallo Stato, a quando una legge per la separazione dello Stato dalla Massoneria?». Bella domanda.

(Andrea Galli - Avvenire, 16 gennaio 2009 - i grassetti sono nostri - testo ricevuto dalla collaboratrice F.B., Siracusa)

Nessun commento:

Posta un commento