L'autogestione non è una barriera contro il comunismo, ma è anzi una rampa di accesso ad esso. Già da tempo, il proselitismo dottrinario comunista a viso aperto non rende più. L'Occidente lo rifiuta. È come un tumore circoscritto che non riesce ad accrescere la sua area nell'organismo.
Al socialismo, così, non restava che avanzare camuffato. Ora, dal 1945 ad oggi, esso ha tentato successivamente molti camuffamenti. Ognuno di essi illude per un certo spazio di tempo un numero considerevole di utili idioti. Ma poi finisce col rivelarsi e perde il proprio potere di attrazione.
Il comunismo, se vuole continuare ad avanzare occultamente, è dunque obbligato ad una nuova trasformazione. Ritorno ai giorni scarsamente rimpianti del secondo dopoguerra. Mano tesa, coesistenza pacifica, caduta delle barriere ideologiche, détente, eurocomunismo, comunismo dal volto umano, espansionismo «missionario» dei diritti umani; tutto questo ha una evidente continuità.
Per usare un'immagine culinaria, un filo conduttore interno percorre questi slogans, come uno spiedino attraversa i vari pezzi di carne, pomodoro, lardo e cipolla. Se la prosaicità dell'immagine urta il lettore, gliene offro un'altra più poetica, ma per ciò stesso meno adatta, trattandosi di socialismo e comunismo: come il filo attraversa le diverse perle di una collana. Questa continuità consiste nella benevolenza e nello spirito di collaborazione con il comunismo e nella esecrazione, oh! quanto inesorabile e meticolosa, di tutto quanto sia anticomunismo. Perché è questa la caratteristica comune di tutti questi camuffamenti. Ora, quando si ha una benevolenza illimitata verso qualcuno e si è un avversario irriducibile di tutti coloro che si oppongono a questo qualcuno, cosa si è? L'alleato discreto ed efficace di questo stesso qualcuno... L'autogestione — ha dimostrato il Messaggio delle TFP — non è altro che l'ultimo pezzo di carne dello spiedino. O l'ultima perla della collana. Senza camuffamento, l'imperialismo comunista non farà strada nel mondo. L'opinione pubblica francese, fortemente messa in guardia, si è accorta che l'autogestione non è che un camuffamento e l'ha respinta nelle ultime elezioni cantonali. A sua volta, il rifiuto del camuffamento autogestionario nella stessa terra che ne era il fulcro di irradiazione, ha raffreddato e messo in allarme tutte le aree dell'opinione mondiale che subito dopo i risultati socialcomunisti dell'81 stavano lasciandosi contaminare da esso. Questa contaminazione procedeva libera da preoccupazioni. Il primo documento di portata pubblicitaria internazionale che le si è levato contro — il Messaggio delle TFP — ha visto la luce quando ancora i «tenori» e le «primedonne» della sinistra intonavano da ogni parte l'aria dell'autogestione. Essi — ed esse — hanno diminuito un poco il volume della voce perché, più sottili di Mitterrand e della sua équipe, hanno avvertito che nel pubblico vi era gente che non li seguiva. Ora, con il fallimento e il grido d'allarme della Francia, l'autogestione è congelata nel mondo.
Come avanzerà dunque il comunismo? Sempre più solo, come talora fanno i socialcomunisti francesi, o lancerà altri camuffamenti? Ma i comunisti non avvertiranno che il pubblico sta rendendosi conto che tutto questo non è altro che camuffamento? Non si accorgono che l'Occidente intero li rigetta? La strepitosa sconfitta elettorale subita negli ultimi giorni dal socialismo tedesco nelle elezioni della Bassa Sassonia non dissiperà le ostinate illusioni che la sconfitta nella Francia possa aver lasciato ancora in piedi in qualcuno? Osserviamo con tutta l'attenzione quali saranno le truffe dei socialisti e dei comunisti nel corso delle prossime settimane, tanto in Francia quanto in Germania. E sapremo in anticipo quale sarà la truffa, la supertruffa... o il rantolo con cui in breve prenderanno posizione per «superare» gli effetti del fallimento. Non è il momento di fare pronostici a tale proposito. Ma è realmente difficile prevedere quale via d'uscita resterà all'imperialismo ideologico di Mosca, una volta screditato il camuffamento autogestionario.
Se Mitterrand continuerà sulla strada delle confische, non solo solleverà contro sé stesso — come ho osservato nel mio ultimo articolo — la maggioranza sempre più compatta e più indignata dei francesi, ma darà anche implicitamente ragione alla denuncia che le tredici TFP per prime hanno rivolto all'opinione mondiale, che si trovava fino a quel momento in profondo letargo. È certo che già prima del Messaggio si facevano sentire voci di scontento in Francia. Ma erano voci di francesi, che parlavano ad un pubblico specificamente francese, riguardo ad aspetti delimitati e essenzialmente locali della realizzazione governativa. Voci dunque di portata limitata per mettere in guardia l'opinione pubblica di tutto l'Occidente contro l'autogestione, considerata sul piano dottrinale e universale. La conferma del Messaggio attraverso i fatti potrebbe creare intorno ad esso l'atmosfera che la catastrofe di Allende creò intorno al libro Frei, il Kerenski cileno del mio indimenticabile amico Fabio Vidigal Xavier da Silveira. Certamente tale risultato indiretto di un governo socialista di bravate, sarebbe cosa a cui nessun governo o partito socialista del mondo potrebbe essere indifferente. Se questo governo non si distinguerà per bravate, sarà una catastrofe per il socialismo, in Francia e nel mondo. Perché equivarrebbe alla precipitosa caduta del socialismo dalla cresta dell'onda su cui si trovava. Tanto maggiore l'altezza, tanto maggiore la caduta. Ricorrere ancora ad un nuovo camuffamento è una via d'uscita per il socialismo? Dopo tutto questo, sarà ancora possibile camuffarsi? L'opinione pubblica mondiale non è ancora caduta, credo, in un tal grado di cecità.
(Plinio Corrêa de Oliveira - Folha de S. Paulo, 15 aprile 1982)
Pranzo organizzato dal quotidiano “Folha de São Paulo”
ai collaboratori della sezione “Tendenze e Dibattiti”
Il Prof. Plinio parla con il direttore, Octávio Frias
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